Per il rinnovo di contratto di enti pubblici, l’ARAN (Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni) nel 2022 ha proposto alle organizzazioni sindacali un nuovo ordinamento. Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.
I modelli di classificazione e le aree interessate
Nel 2022, il negoziato per il contratto degli enti locali si è incentrato su delle specifiche finalità, ovvero fornire agli Enti un comparto Funzioni Locali, per gestire al meglio il personale, e offrire ai dipendenti un percorso più facile per incrementare lo sviluppo professionale.
Il sistema di classificazione professionale varia a seconda dell’ente. Ad esempio, nella sanità i vari ruoli si suddividono per ruolo sanitario, sociosanitario ed amministrativo. Quattro, poi, sono le aree di conoscenze di questi ruoli, ovvero gli operatori, gli operatori esperti, istruttori e funzionari qualificati.
Per le precessioni economiche, l’ARAN si è poi incentrata sulle differenze stipendiali, e prevedeva una selezione dei lavoratori che negli ultimi tre anni hanno beneficiato di una progressione economica, il numero di differenziali stipendiali, attributi fino ad un numero fissato per ciascuna area, ed una sede di contrattazione integrativa.
Gli impegni dell’ARAN
Per questi rinnovi, l’ARAN si è impegnata a fare prima di tutto una ricognizione complessiva sulle norme dei vecchi contratti, aggiornando così le relazioni sindacali per aggiornare in merito agli articoli dei suddetti contratti su confronto e contrattazione.
Tale formulazioni riguardano anche i tempi certi di contrattazione, indicati per il primo quadrimestre dell’anno, e l’organismo paritetico, con cui l’Agenzia ha assunto proposte per estendere la diffusione agli enti con meno di trecento lavoratori. Infine, l’ARAN ha confermato di proporre un testo sui tempi di vestizione con i sindacati.
Tra le altre proposte, l’ARAN ha previsto la possibilità di riconoscere varie indennità, il riconoscimento del buono pasto su turni pomeridiani serali, la necessità di motivare il rifiuto dei permessi, mantenere le ferie anche in caso di passaggio ad un altra categoria di lavoro e svincolare le mobilità di tutela delle donne vittime di violenza dalla presenza dei posti in organico.