Con il Codice della proprietà industriale sono state abrogate diverse norme. In questo modo è stato possibile dare organicità e completezza alla disciplina che regola la materia della proprietà industriale. Nelle prossime righe cercheremo di fornire una breve panoramica su cos’è e a cosa serve questo Codice.
Codice proprietà industriale: a cosa fa riferimento?
Prima di approfondire quanto concerne il Codice della proprietà industriale è opportuno specificare a cosa si riferisce. All’articolo 1 dello stesso Codice è infatti fornita la definizione della proprietà industriale: «Ai fini del presente codice, l’espressione proprietà industriale comprende marchi ed altri segni distintivi, indicazioni geografiche, denominazioni di origine, disegni e modelli, invenzioni, modelli di utilità, topografie dei prodotti a semiconduttori, informazioni aziendali riservate e nuove varietà vegetali.»
Per quanto riguarda i diritti di proprietà industriale, esistono diversi metodi per costituirli. Possono infatti essere costituiti tramite brevettazione o registrazione o, in alternativa, sorgere da determinati presupposti della legge. Ciò è specificato nell’articolo 2 dello stesso Codice proprietà industriale. Si possono brevettare invenzioni, modelli di utilità e nuove varietà vegetali. Sono invece oggetto di registrazione marchi, disegni, modelli topografie di prodotti a semiconduttori. Esistono infine norme specifiche per quanto riguarda i segni distintivi diversi dal marchio registrato, le informazioni aziendali riservate, le indicazioni geografiche e le denominazioni di origine.
Storia e scopo del Codice proprietà industriale
Con il Codice della proprietà industriale, come già accennato, sono state abrogate circa trenta norme relative alla proprietà industriale. Ciò è stato operato in base ai principi fissati dalla legge delega n. 273 del 12 dicembre 2002, che disponeva appunto i criteri da seguire per la riorganizzazione delle disposizioni circa la proprietà industriale.
Lo scopo di questa operazione era quello di creare un testo di riferimento più sistematico, logico e coerente rispetto all’insieme delle norme, frammentarie, precedenti. Fino a quel momento, infatti, sussistevano più di quaranta testi normativi tra leggi e provvedimenti a regolare la materia della proprietà industriale.
In questo modo, se da una parte si semplificava la burocrazia e l’aspetto normativo, dall’altra era altresì possibile adeguare la normativa alle regole internazionali e comunitarie, nonché alle moderne tecnologie informatiche. Così facendo si favoriva altresì l’iniziativa privata e lo sviluppo della concorrenza.
Riferimenti normativi
Il Codice della proprietà industriale trova quindi origine dal Decreto Legislativo 10 febbraio 2005, n. 30. A partire da questa data nel sistema italiano è presente una disciplina organica e strutturata in materia di tutela, difesa e valorizzazione dei diritti di proprietà intellettuale.
Uno dei testi cui il Codice della proprietà industriale fa particolare riferimento è la Convenzione di Parigi del 1883, fondamentale per la disciplina internazionale della proprietà industriale. Ciò è espressamente riportato nell’articolo 3 del Codice, all’interno del quale è infatti fissato il diritto di reciprocità di cui all’articolo. 2 della Convenzione di Parigi per la protezione della proprietà industriale. In particolare, è accordato lo stesso trattamento riservato ai cittadini italiani, in materia di proprietà industriale, anche ai cittadini stranieri appartenenti:
- agli Stati membri della Convenzione di Parigi,
- agli Stati facenti parte della Organizzazione mondiale del commercio;
- non appartenenti agli Stati dei punti 1 e 2, ma domiciliati o proprietari di uno stabilimento industriale o commerciale effettivo sul territorio di uno Stato firmatario della Convenzione di Parigi;
- non appartenenti agli Stati dei punti 1 e 2, ma a uno Stato che accorda ai cittadini italiani reciprocità di trattamento.
Cosa dispone e come è strutturato
Con i suoi 246 articoli, il Codice della proprietà industriale regola la disciplina in materia di brevetti, registrazioni e altre procedure regolate da particolari e specifiche normative. Il testo è diviso in otto capi principali, ognuno relativo a determinato aspetto della proprietà industriale. Nello specifico:
- Disposizioni generali e principi fondamentali
- Norme relative all’esistenza, all’ambito e all’esercizio dei diritti di proprietà industriale
- Tutela giurisdizionale dei diritti di proprietà industriale
- Acquisto e mantenimento dei diritti di proprietà industriale e relative procedure
- Procedure speciali
- Ordinamento professionale
- Gestione dei servizi e diritti
- Disposizioni transitorie e finali