Quando si parla di ULA, con questo acronimo si intende “Unità Lavorative per Anno”. Il calcolo che si basa su questo dato è necessario quando si ha la necessità di definire uno standard in relazione alle ore e ai giorni di lavoro di una determinata attività o professione. Ci sono diversi fattori che concorrono alla determinazione del calcolo ULA, che si può rivelare un’operazione piuttosto complessa se non si è pratici o esperti della materia. Quella che segue sarà quindi una breve panoramica su un argomento molto complesso, in modo da capire di cosa si parla quando si fa riferimento al calcolo ULA.
Che cos’è il calcolo ULA?
Come già accennato in apertura, il calcolo ULA si riferisce al numero totale dei lavoratori occupati in una impresa nell’arco di un anno e si rende necessario nel momento in cui bisogna definire uno standard di riferimento per le ore e le giornate di lavoro in relazione a una determinata attività professionale. Il calcolo ULA si effettua su base mensile sulla media giornaliera dei dipendenti impiegati, partendo dal presupposto che l’attività lavorativa si protrae per almeno o più di 15 giorni solari.
Questo calcolo deve tenere conto dei dipendenti facenti parte dell’azienda, sia in quanto imprenditori individuali (cioè i proprietari gestori) e i soci (quando la loro attività nell’impresa porti a un ritorno economico e finanziario), sia per via di vincoli contrattuali, cioè iscritti nel libro matricola e assunti quali dipendenti con contratto a tempo determinato che a tempo indeterminato, sia full time che part time. Queste ultime due categoria, ovvero i lavoratori full time e quelli part time, vengono ovviamente conteggiati in modo differente: gli ultimi compongono le cosiddette “frazioni di ULA” (0,50 ULA), mentre i primi sono conteggiati come 1 ULA. In parole povere, concorrono a formare il numero di unità lavorative-anno (ULA) tutti i dipendenti e i lavoratori che hanno svolto la loro attività professionale nell’impresa durante il lasso di tempo (solitamente un anno) preso in considerazione.
Non sono invece inseriti nel conteggio ai fini del calcolo ULA i congedi (ovvero il congedo parentale, di maternità e di paternità), i lavoratori posti in cassa integrazione straordinaria e quelli assunti con contratto di apprestato e di inserimento.
Come conteggiare i dipendenti part-time
Abbiamo già accennato al fatto che i dipendenti con contratto di lavoro part-time non possono essere conteggiati allo stesso modo di quelli impiegati con un contratto full-time. Per i dipendenti part-time, infatti, si applica un valore frazionario (frazione di ULA) la cui misura si stabilisce tramite la proporzione tra il numero di ore lavorate part-time e quelle previste dal CCNL (Contratto collettivo nazionale di lavoro) vigente per il settore dell’impresa in questione.
Volendo utilizzare un esempio pratico, se l’impresa presa in esame offra contratti di lavoro full-time da 36 ore settimanali e contratti di lavoro part-time di 18 ore settimanali, questi ultimi sono conteggiati nella misura di 0,5 ULA, in quanto il montante orario stabilito per il contratto part-time è precisamente la metà di quello previsto per il contratto full-time. Se invece, si dia il caso, il contratto full-time preveda 40 ore di lavoro settimanali e quello part-time 28 ore, il valore ULA per il lavoratore part-time sarà pari a 0,7 ULA.
Quindi, se l’impresa conta 30 dipendenti impiegati full-time durante tutto l’anno, essi rappresenteranno 30 ULA. Se a questi si aggiungono, per esempio, 4 dipendenti impiegati part-time nell’impresa con un montante orario pari al 50% del full-time, questi saranno conteggiati come 2 ULA (corrispondenti a 0,50 ULA moltiplicati per 4).
Se si intendono avere più informazioni circa il calcolo ULA dei dipendenti part-time e delle relative frazioni, vi invitiamo a consultare l’appendice pubblicata sul sito della Gazzetta Ufficiale dal titolo “Note esplicative sulle modalità di calcolo dei parametri dimensionali”