Può capitare a chiunque di avere la necessità di chiedere un finanziamento: può succedere, ad esempio, di dover affrontare una spesa imprevista, di voler dare vita ad un progetto dilazionandone il costo nel tempo e così via; esistono tanti motivi per richiedere un prestito, ma esistono anche diverse tipologie di finanziamento: tra queste c’è anche la cessione del quinto.
Questa formula è una delle più apprezzate in Italia per tutta una serie di motivi. In questa pagina punteremo l’attenzione sulla cessione del quinto per dipendenti statali: scopriremo come funziona, come si fa il calcolo della rata e quali sono i tassi applicati in questo periodo.
Le caratteristiche della cessione del quinto
Partiamo con una definizione generica. Il finanziamento con cessione del quinto è un prestito a tasso fisso che può essere richiesto solo dai dipendenti statali, pubblici e privati e dai pensionati che risiedono in Italia. Il suo nome è legato al fatto che l’importo della rata non può essere superiore alla cosiddetta quota cedibile, ovvero al 20% (cioè un quinto) della retribuzione (stipendio o pensione) netta del richiedente. Altra particolarità di questo prestito è rappresentata dalla modalità in cui avviene il rimborso: l’importo delle rate mensili vengono trattenute direttamente in busta paga o in cedolino della pensione dal datore di lavoro o dall’istituto previdenziale, che poi si occuperà di versarlo all’istituto che ha erogato il finanziamento.
L’importo massimo che si può ottenere con questo prestito dipende da diversi fattori: il più importante è l’entità dello stipendio o della pensione, ma influiscono anche altre variabili come l’età del richiedente, il TFR che ha maturato e la durata del piano di rimborso (che può arrivare fino a 120 mesi); va aggiunto comunque che i vari istituti di credito, come vedremo, fissano una loro soglia massima. Stiamo parlando di un prestito non finalizzato, nel senso che non è necessario dare una motivazione alla richiesta di prestito ed i soldi ottenuti potranno essere utilizzati in completa libertà dal richiedente. La presenza di uno stipendio o di una pensione è l’unica garanzia richiesta dalle banche o dalle finanziarie per l’erogazione del finanziamento, però la legge prevede che venga stipulata anche una copertura assicurativa contro i rischi di perdita di impiego e di morte.
Requisiti, documenti e procedura per richiedere il finanziamento
Grazie ala cessione del quinto, i dipendenti statali possono ottenere importi anche abbastanza elevati in tempi decisamente ristretti, anche se in passato hanno avuto qualche problema di affidabilità creditizia oppure se hanno altri impegni in corso. I requisiti che è necessario avere per ottenere un prestito con cessione del quinto per dipendenti statali sono i seguenti:
- bisogna essere residenti in Italia;
- bisogna essere stati assunti con un contratto a tempo indeterminato (anche se alcune banche e finanziarie hanno previsto soluzioni anche per i dipendenti a tempo determinato);
- l’età massima che si può avere alla scadenza del piano di rimborso dipende dalla categoria professionale di appartenenza e dall’età pensionabile per essa prevista; molti istituti però fissano delle età massime precise (che di solito si aggira intorno ai 63 ani).
Per richiedere il finanziamento è necessario presentare una serie di documenti. Servono infatti il documento di identità, il codice fiscale/tessera sanitaria, le ultime buste paga. Ma serve anche il certificato di stipendio: questo documento deve essere richiesto all’amministrazione di appartenenza e riepiloga alcune informazioni sulla retribuzione, il TFR maturato e la quota cedibile. Proprio l’ottenimento del certificato di stipendio rappresenta il primo passo della procedura per ottenere il finanziamento. Dopo la firma del contratto di prestito, la cessione del quinto viene comunicata all’amministrazione di appartenenza: non serve che l’amministrazione accetti la cessione (la richiesta di prestito viene infatti considerata un diritto del dipendente), ma deve essere informata perché da quel momento in poi si dovrà occupare di trattenere l’importo della rata dallo stipendio del suo dipendente e di versarlo all’istituto che ha erogato il finanziamento.
Come si effettua il calcolo della quota cedibile
Come abbiamo detto prima, l’importo che si può ottener dipende dalla cosiddetta quota cedibile, che non è altro che la rata massima. Per conoscere a quanto ammonta la quota cedibile bisogna partire dallo stipendio netto; quindi dall’importo lordo bisogna sottrarre tutte le voci extra che sono riportate in busta paga (ad esempio gli straordinari, i bonus, i premi di produzione e gli assegni familiari) e le trattenute per eventuali altri prestiti in corso. Il valore netto ottenuto va poi moltiplicato per il numero di mensilità che si percepisce (13 o 14). Il numero che si ottiene va poi diviso per il numero di mesi nell’anno (quindi 12) ed infine va diviso per 5. Piccolo esempio: Mario è un dipendente statale che riceve uno stipendio netto di 1.300 euro e percepisce 14 mensilità; per conoscere l’importo della quota cedibile deve fare le seguenti operazioni
- 1.300 x 14 = 18.200
- 18.200 : 12 = 1.517
- 1.517 : 5 = 303.
I tassi applicati alla cessione del quinto per dipendenti statali
Per avere invece un’idea dei tassi applicati ai prestiti con cessione del quinto per dipendenti pubblici è possibile navigare tra i siti delle banche e delle finanziarie oppure fare un paragone tra le varie soluzioni sfruttando i cosiddetti portali comparatori. Nel momento in cui scriviamo, Poste Italiane ha un’offerta in corso destinata ai dipendenti statali, delle Forse Armate e dei Carabinieri: l’esempio riportato dall’istituto fa riferimento ad un dipendete pubblico che percepisce uno stipendio netto di 1.300 euro; può ottenere un prestito di 30.000 euro (l’importo netto erogato ammonta a 23.354,49 euro) da rimborsare in 120 mesi con rate da 250 euro, con TAN fisso 5,20% e TAEG 5,33%. L’esempio riportato sul sito di Findomestic invece fa riferimento ad un prestito di 15.000 euro da restituire in 120 mesi con rate da 160 euro, con TAN fisso 5,12% e TAEG 5,24%.
Unicredit invece per i dipendenti pubblici (e quindi anche quelli statali) ha previsto due soluzioni: per le durate tra i 24 e i 60 mesi ha stabilito un tasso del 3,50%, mentre per durate tra i 72 e i 120 mesi ha fissato un tasso del 5,50%; ad esempio, si possono ottenere 26.163,08 euro da restituire in 120 mesi con rate da 300 euro (l’importo totale da rimborsare ammonta a 36.000 euro), con TAN 5,50% e TAEG 6,93%. Vediamo ora le condizioni proposte da Intesa Sanpaolo: un dipendente statale di 45 anni che ha già maturato 15 anni di anzianità di servizio e che percepisce uno stipendio netto di 200 euro può ottenere 10.057,52 euro da rimborsare in 72 mesi con rate da 162 euro, con TAN 4,95% e TAEG 5,13% (l’importo complessivo da restituire è pari a 11.664,00 euro).