Capita spesso che quando si parla di successione si crei un po’ di confusione; sappiamo che la legge indica i cosiddetti legittimari (il coniuge, i figli e gli ascendenti legittimi) a cui viene sempre riservata una quota del patrimonio del defunto. A seconda della presenza o meno di un testamento si parla di successione necessaria e di successione legittima: vediamo in cosa consistono e quali sono le differenze.
La successione legittima
Quando la persona che muore non ha lasciato un testamento entra in gioco la successione legittima. In altre parole, l’eredità viene assegnata ai soggetti e elle modalità indicate dalla legge (e più precisamente dal Codice Civile, agli articoli 565-586). I destinatari della successione legittima vengono classificati in cinque differenti categorie:
- coniuge;
- discendenti;
- ascendenti e fratelli;
- altri parenti (si arriva fino al sesto grado=
- Stato.
La divisione in quote del patrimonio del defunto è già prevista dalla legge: le norme, ovviamente, favoriscono i parenti più stretti. Le regole previste per la successione legittima si applicano sulla parte residuale dei beni del defunto anche nel caso in cui ci sia un testamento, ma che non comprende l’intero patrimonio.
La successione necessaria in presenza di testamento
Se invece il defunto prima di morire ha predisposto un testamento si parla di successione testamentaria. Bisogna per precisare una cosa: il de cuius non può disporre totalmente del suo patrimonio, perché la legge prevede che una sua parte sia riservata a dei precisi soggetti, definiti legittimari. Questo significa che il patrimonio si divide in una quota disponibile (che il de cuius nel suo testamento può destinare a chiunque) e una quota di riserva, destinata per legge ai legittimari. Questa regola vale anche per le donazioni che il de cuius ha fatto quando era ancora in vita a favore di associazioni od enti nel caso in cui queste abbiano intaccato in maniera sconsiderata quella parte di patrimonio destinata ai legittimari.
La successione necessaria quindi non è altro che quella disposizione di legge secondo la quale una parte del patrimonio (detta quota di legittima) viene obbligatoriamente destinata a dei precisi soggetti. Questi soggetti sono quelli che hanno un rapporto di coniugio o di parentela stretta, quindi: coniuge, a cui spetta anche il diritto di abitazione, figli e genitori (sono esclusi i fratelli, gli altri parenti e pure i partner non coniugati). Se non ci sono soggetti che rientrano in queste categorie, l’intero patrimonio viene suddiviso secondo quanto indicato dal defunto nel testamento.
Le differenze
Quindi, riepilogando, le differenze tra successione necessaria e successione legittima possono essere così riassunte:
- c’è la successione legittima quando il defunto non ha lasciato alcun testamento e il suo patrimonio viene suddiviso seguendo le regole indicate dal Codice Civile tra i soggetti individuati dalle norme stesse;
-
Quando il defunto ha lasciato un testamento si parla di successione testamentaria; la successione legittima è la disposizione di legge secondo cui una parte del patrimonio debba essere destinata ai legittimari (ovvero coniuge, figli e genitori) a prescindere dalle volontà espresse dal de cuius.