Ogni anno il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca emette un decreto i limiti di detraibilità delle tasse e dei contributi di iscrizione ai corsi universitari; anche per il 2020 le decisioni sono state prese e il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 34: vediamo quali sono le spese universitarie detraibili e cerchiamo di capire come si calcolano.
Si possono detrarre i costi per l’università?
Il decreto del MIUR indica le cifre massime detraibili per quanto riguarda le tasse e i contributi di iscrizione, la frequenza di corsi di laurea, laurea magistrale e laurea magistrale a ciclo unico delle università non statali. L’ammontare delle spese universitarie detraibili variano in base alla regione in cui si trova l’ateneo e in base all’area disciplinare del corso di laurea in questione. Prima di vedere quali sono le spese detraibili bisogna fare una precisazione: per poter beneficiare della detrazione è necessario che i pagamenti siano stati fatti con strumenti che ne permettano la tracciabilità.
Sono tante le persone che quando si avvicina il momento della presentazione della dichiarazione dei redditi si mettono alla ricerca di informazioni per scoprire quali sono gli oneri che si possono portare in detrazione. La legge italiana prevede che i contribuenti possano portare a detrazione anche le spese che durante l’anno precedente sono state sostenute per iscriversi o frequentare l’università, sia pubblica che privata. Per poter capire di cosa parliamo però è necessario essere più specifici: vediamo nel dettaglio quali sono le spese universitarie in questione e a quale percentuale di detraibilità danno diritto.
Quali sono le spese universitarie detrabili?
Le spese universitarie detraibili al 19% sono quelle che compaiono nel segene elenco:
- le spese per la frequenza di un corso di istruzione universitaria presso un’università statale o non statale;
- le tasse universitarie pagate per corsi di laurea triennali e specialistiche e master;
- la ricongiunzione di carriera;
- l’iscrizione all’appello di laurea e il rilascio della pergamena;
- la frequenza a singoli corsi, che possono essere o non essere finalizzati all’ammissione ad un corso di laurea;
- i trasferimenti di ateneo;
- i passaggi di corso.
Grazie ai chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate è stato possibile capire che tra le spese universitarie detraibili figurano anche;
- le spese sostenute per la frequenza di corsi universitari all‘estero (in questo caso per capire l’importo massimo detraibile bisogna fare riferimento a quanto previsto per la zona geografica di residenza del contribuente;
- le spese sostenute per la frequenza di corsi di laurea in teologia delle Università Pontificie (nella misura di quanto previsto per l’area disciplinare umanistico-sociale e per la zona in cui sono svolti gli studi);
- le spese sostenute per i corsi di laurea delle università telematiche.
Non c’è detrazione invece per quanto riguarda i costi sostenuti per l’acquisto dei libri di testo e del materiale di cancelleria, per il vitto e l’alloggio e per i viaggi ferroviari.
Come si calcolano le detrazioni
Per chi frequenta un’università statale le spese universitarie sono detraibili nella misura del 19% per l’intero importo corrisposto, mentre per chi frequenta un’università privata o straniera le spese universitarie sono detraibili nell misura del 19% ma su un importo massimo stabilito annualmente dal MIUR in base all’area disciplinare e alla zone di residenza.
- Area disciplinare medica: Nord 3.700 euro, Centro 2.900 euro, Sud e Isole 1.800 euro;
- Area disciplinare sanitaria: Nord 2.600 euro, Centro 2.200 euro, Sud e Isole 1.600 euro;
- Area disciplinare scientifico-tecnologica: Nord 3.500 euro, Centro 2.400 euro, Sud e Isole 1.600 euro;
- Area disciplinare umanistico-sociale: Nord 2.800 euro, Centro 2.300 euro, Sud e Isole 1.500 euro.
Per quanto riguarda i corsi post laurea (corsi di dottorato o di specializzazione, mater universitari di primo e di secondo livello) i massimi sono di 3.700 euro al Nord, 2.900 euro al Centro e 1.800 euro al Sud e Isole. Per definire il calcolo degli importi che danno diritto alla detrazione è possibile aggiungere anche l’importo relativo alla tassa regionale per il diritto allo studio.