Quelli di pignoramento dello stipendio e di minimo vitale sono due concetti che viaggiano a braccetto: quando una persona subisce il pignoramento del suo stipendio spera di avere il diritto di mantenere una parte del suo reddito in modo da poter continuare a condurre una vita dignitosa. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta, se esiste questo minimo vitale che non può essere toccato e a quanto ammonta.
Pignoramento stipendio, di cosa si tratta e come avviene
Con il pignoramento dello stipendio il creditore può procedere al recupero delle somme iscritte a ruolo in due modalità:
- il pignoramento dello stipendio notificato dall’azienda (quindi prima che lo stipendio venda corrisposto al dipendente, quando la somma è ancora sul conto corrente dell’azienda);
- il pignoramento dello stipendio sul conto corrente (che avviene dopo il bonifico effettuato dall’azienda).
Nel primo caso, che prevede l’esecuzione dell’atto prima del versamento della busta paga al lavoratore, il massimo pignorabile è stato fissato ad un quinto della retribuzione netta. Nel secondo caso l’atto che non viene notificato all’azienda, ma all’istituto di credito presso il quale il debitore ha il conto corrente su cui viene versato lo stipendio: se al momento della notifica sul conto non ci sono le somme da pignorare, l’esito dell’atto sarà negativo; se invece lo stipendio è già stato accreditato sarà possibile procedere con il pignoramento, ma con un importo massimo che è pari all’assegno sociale moltiplicato per tre.
Esiste un minimo vitale?
Se il creditore è l’Agenzia delle Entrate/Riscossione, la parte massima che può essere pignorata varia in base all’ammontare dello stipendio: se è inferiore ai 2.500 euro si può pignorare massimo fino ad 1/10 della retribuzione, se è inferiore ai 5.000 euro si può pignorare massimo fino ad 1/7 della retribuzione, se è inferiore ai 5.000 euro si può pignorare massimo fino ad 1/5 della retribuzione. Si può andare oltre il quinto quando ci sono più crediti simultanei, ma solo se sono di diversa natura: in questo caso però lo stipendio garantito è pari almeno alla sua metà.
Sono quindi presenti dei limiti massimi al pignoramento dello stipendio, ma non è previsto alcun minimo vitale: questo esiste infatti solo per il pignoramento delle pensioni. Il Codice di Procedura Civile stabilisce infatti che una parte della pensione (pari alla misura dell’assegno sociale maggiorato della metà) non può essere toccata, quindi il pignoramento può riguardare solo l’eventuale parte di pensione che supera questa soglia, e comunque sempre nei limiti del quinto.