Il responsabile delle risorse umane è una figura professionale indispensabile in azienda, perché si occupa di assumere e gestire il team aziendale e di organizzare il lavoro di ognuno tenendo conto di diversi aspetti, da quelli economici alla salute mentale e al benessere sul luogo di lavoro. Nel tempo è una figura che si è evoluta molto e ha acquisito anche ulteriori responsabilità, anche perché il mondo del lavoro è cambiato e le modalità di impiego sono molteplici.
Per diventare HR manager è necessaria una formazione universitaria, con una laurea in ambito umanistico o psicologico. A questa formazione di base è consigliato aggiungere almeno un master in risorse umane a Roma, per affinare le competenze nel settore e puntare ad una carriera soddisfacente in azienda o anche come consulente esterno.
HR: le principali attività
Il responsabile delle risorse umane, o HR manager, si occupa della gestione del personale in tutte le sue fasi all’interno della realtà aziendale, dall’assunzione fino all’eventuale fine del rapporto lavorativo. Oltre al recruitment del personale, l’HR svolge anche attività di organizzazione del personale e di politiche di welfare aziendale, concordate direttamente con la direzione. Ha un importante ruolo di cerniera tra i ruoli apicali e i ruoli operativi e ha l’obiettivo di comprendere quando sono necessari cambiamenti o modifiche alla gestione del personale.
Per svolgere questo lavoro deve unire competenze tecniche, come quelle giuridiche per la proposta e l’elaborazione dei contratti, a competenze di tipo umanistico, come la proprietà di linguaggio e l’empatia. È, infatti, fondamentale instaurare un dialogo positivo con i collaboratori e comprendere tutte le dinamiche aziendali per essere vicini alle richieste e mediare con chi ha maggiore potere decisionale.
HR: le responsabilità
Il benessere all’interno dell’azienda si può dire che dipende direttamente dall’HR manager. Rappresenta, infatti, la figura di riferimento principale per i lavoratori e dev’essere in grado di dare voce alle richieste che arrivano e costruire piani strategici che vanno incontro alle esigenze di tutti.
Oltre alla responsabilità diretta verso i lavoratori, l’HR manager ha un ruolo importante anche nella cura dell’immagine aziendale. Le caratteristiche del personale e il clima interno all’azienda incidono, infatti, sull’esterno e, se arriva un messaggio positivo è un vantaggio per tutti in quanto aumenta la brand awareness oltre ad essere un bel punto di partenza per la crescita.
Con la pandemia, l’HR si è trovato ad affrontare numerosi cambiamenti nel mondo del lavoro e a fronteggiare una crisi sociale e aziendale che non ha precedenti simili. Per questo si è ritrovato ad acquisire nuove competenze, come l’assunzione di nuove risorse e re-skilling per aumentae la competitività aziendale. Un fattore quest’ultimo che ha portato ad una rivalutazione totale dei ruoli dei singoli lavoratori: si pensi, ad esempio, allo smart working, alla necessità di fare formazione digitale, alla riorganizzazione delle ore per evitare troppe perdite in termini economici.
HR: gli sbocchi lavorativi
L’HR manager lavora principalmente come impiegato in azienda. A seconda della grandezza della realtà in cui lavora può operare da solo o insieme ad altre persone che lo affiancano nella gestione delle varie mansioni. Se si occupa di specifiche attività all’interno dell’azienda, come la formazione o il solo servizio di recruitment, può svolgere questo lavoro anche per conto di società terze specializzate nelle risorse umane o come libero professionista, proponendosi come consulente esterno nella realizzazione di un progetto specifico correlato alle risorse umane.